La bozza della Legge di Bilancio, varata settimana scorsa dal Governo, prevede all’articolo 23, comma 1, l’aumento dall’8 all’11% dell’aliquota della ritenuta d’acconto sui bonifici per i lavori da Ecobonus e Bonus Casa. Se verrà approvata dal Parlamento, la misura si tradurrà in una ulteriore sottrazione di liquidità per gli operatori dell’edilizia e in particolare per i produttori e rivenditori di serramenti, chiusure e schermature solari.
Tra le tante misure contenute nelle pieghe della bozza della Legge di Bilancio 2024 vi è purtroppo l’aumento della ritenuta d’acconto sui bonifici eseguiti presso banche e poste per i lavori di risparmio energetico e ristrutturazione edilizia.
La ritenuta d’acconto dall’8% all’11%
Lo prevede l’articolo 23, comma 1, della Legge di Bilancio 2024, varata settimana scorsa dal Governo, che recita così:
ART. 23. (Misure di contrasto all’evasione e razionalizzazione delle procedure di compensazione dei crediti e di pignoramento dei rapporti finanziari)
1. All’articolo 25 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le parole: «8 per cento» sono sostituite dalle seguenti: «11 per cento».
Dal 4% all’8%
Come qualcuno ricorderà, la ritenuta d’acconto sui bonifici per i lavori da Ecobonus e Bonus Casa fu introdotta dall’allora ministro dell’Economia e Finanze Giulio Tremonti. L’aliquota, allora, era solo del 4%. Lo scopo del provvedimento era molteplice. Anzitutto, tenere sotto stretto controllo il flusso dei lavori di risparmio energetico e ristrutturazione edilizia ai fini della contabilità generale dello Stato e del suo debito. In secondo luogo, era utile per tenere sotto controllo gli operatori che ‘dimenticavano’ di dichiarare a bilancio le fatture emesse per i due bonus. Il fenomeno, per quanto strano possa apparire, esisteva davvero, ma sempre in maniera marginale.
E ora la ritenuta d’acconto all’11%
In terzo luogo, ma non meno importante, la ritenuta d’acconto rappresentava una risorsa aggiuntiva, per di più immediata, di liquidità per uno Stato sempre bisognoso di entrate. Poi, nel 2015 la ritenuta d’acconto passò dal 4 all’8% con la legge di Stabilità, ovvero la legge di Bilancio del 2015. Ora si passa all’11%. Sempre che il Parlamento approvi. Cambiano i governi ma la ragione di fondo è sempre la stessa: il bisogno di risorse. Con l‘arrivo della fatturazione elettronica nel 2019 cade il più forte dei motivi per l’introduzione della ritenuta d’accordo che, governo dopo governo, si fortifica sempre di più.
Ennio Braicovich