Non gestire a caso la cessione dei crediti. Quello dei crediti da bonus edilizi incagliati nei conti correnti degli operatori dell’edilizia, anche serramentisti e rivenditori di porte e finestre, è un problema reale. Come mostra questa storia.
Imprese di costruzione, progettisti, impiantisti, serramentisti, rivenditori e tanti clienti finali si ritrovano con i cassetti fiscali pieni di crediti da bonus edilizi. I governi Draghi e Meloni hanno cercato di trovar soluzione. Ma non ci sono riusciti visto che ancora oggi ci sono 5-6 miliardi di crediti incagliati. Così in molti si sono ritrovati con i flussi di cassa bloccati da banche, poste, EnelX, CDP che hanno chiuso i bocchettoni del credito.
Rivenditori senza programmazione finanziaria
I flussi di cassa su cui questi operatori contavano non sono mai arrivati mentre invece cominciavano ad arrivare le RIBA dei fornitori delle commesse dei mesi precedenti. Qualche gestione allegra ha pure dissipato il mare di soldi che era arrivato grazie allo sconto in fattura. “Questo lo si può fare. All’inizio significa tante entrate e poche spese. Tanti soldi che occorre gestire con grande oculatezza e attenzione ai flussi di cassa” afferma il dott. Giovanni Ricci, founder & CEO di Mikaline Research Srl, consulente in Ricerca di Mercato e Customer Experience Management. Il quale aggiunge serenamente: “È un attimo saltare per aria…e poi attenzione all’ingordigia. Lì non si va lontano”. Lo stesso Ricci, che opera parecchio nel settore dei rivenditori, racconta l’episodio di un gestore di uno showroom travolto dai crediti incagliati. Per fortuna la vicenda si è risolta bene ma solo per una serie di coincidenze ‘astrali’ uniche e fortunate. “Poteva finire in tragedia” ricorda l’esponente di Mikaline Research. Qui di seguito la vicenda così come la racconta Ricci sul suo social.
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Rivenditori per “puro caso”
Qualche giorno fa, per un “puro caso” abbiamo chiuso un’operazione di #cessionecrediti dal cassetto fiscale di un rivenditore di infissi toscano. Più di un milione di € di crediti che gli erano stati ceduti dai suoi clienti per via dello #sconto diretto in fattura praticato per tutto il 2022 e che, sempre per un altro “puro caso”, siamo riusciti a girare ad una #banca “amica” che aveva già da tempo chiuso formalmente i battenti dell’acquisizione dei crediti. Qui, per un terzo “puro caso”, qualche “Santo conosciuto” è riuscito ad aiutarci a togliere il “fardello” dalla schiena del nostro cliente.
No all’impresa “per puro caso”!
Non si può raddoppiare il fatturato per “puro caso” con lo sconto in fattura per poi rischiare di fallire sommersi dalle RI.BA dei fornitori che hanno ripreso a consegnare i serramenti. Non si può.
Lo diciamo agli #imprenditori serramentisti “spavaldi” che pensano: “…tanto qualcuno li prenderà prima o poi questi crediti ceduti … siamo in Italia…. vuoi che ci lascino con il credito nel cassetto? ” E continuano imperterriti a stringersi il cappio al collo.
Lo diciamo agli imprenditori serramentisti senza “grinta”, cioè quelli che sanno competere solo sul prezzo più basso e dunque pensano: “… se non lo faccio io lo sconto diretto in fattura, ci sarà sempre qualcun altro che lo farà… ed io resterò con le mie cose invendute!”
Fate attenzione che, senza programmazione finanziaria e capacità commerciali, sarà un “puro caso” salvare le rivendite dal bagno di sangue. E non “per puro caso”.
Giovanni Ricci, Mikaline Research