Come un’azienda riminese di serramenti sta affrontando la transizione declinata in molte versioni: generazionale, sostenibilità, nuove produzioni, nuovi mercati. La storia di Isolcasa, tra i primi 10 produttori italiani di serramenti
Collocata nella pattuglia di testa delle aziende italiane di serramenti per fatturato, la società riminese Isolcasa può ben vantare di essere riuscita a superare indenne il fatidico anno del dopo Superbonus e del post sconto in fattura/cessione dei crediti. Il 2023 è stato, infatti, anno carico di contraccolpi per non pochi produttori. Il fatturato del 2023 è sostanzialmente identico a quello del 2022: 39milioni. Con 140 addetti, ciò significa un ragguardevole indice di fatturato/procapite pari a 278mila euro. Isolcasa può anche vantare una sede direzionale e produttiva assolutamente distintiva, progetto dell’architetto Thomas Selmin di Studio 101 architetti associati di Padova.
Ingresso simbolico
Alto sulla collina di San Clemente, tra gli uliveti, le vigne e i cipressi dell’entroterra romagnolo, a pochi passi da Riccione e Cattolica, si erge lo stabilimento di Isolcasa, ben fronteggiato da enormi portali in cemento armato che creano un’ infilata telescopica, altamente simbolica. Un tunnel ideale che diventa un chiaro invito ad entrare. Da un punto di vista geometrico-architettonico il complesso consta di un grande corpo vetrato direzionale, un corpo prefabbricato basso per la produzione e un corpo prefabbricato alto per lo stoccaggio meccanizzato. La sede è stata inaugurata a fine 2021 ma “abbiamo appena terminato di cominciare” afferma con una battuta Quinto Biondi, direttore generale nonché cofondatore assieme a Claudio Galli e Stefano Giorgi nel 1987. In effetti, lo stabilimento si eleva su 8mila mq coperti sui 22mila mq a disposizione ed è già stretto. Sui tetti svetta, vista fronte mare, un impianto fotovoltaico da 210 kW che “presto amplieremo con un altro impianto per raggiungere quasi 500 kW, grazie ai nuovi incentivi”.
Già manca lo spazio
Il nuovo stabilimento non basta più ai bisogni aziendali. “Ci stiamo allargando con delle tensostrutture su 3mila mq perché lo spazio coperto non basta più. Siamo scarsi di spazi. Ci occorrono delle tensostrutture per i prodotti finiti e un’area polmone di servizio per il trasloelevatore che ora sta funzionando al 100%. Stiamo lavorando per ottimizzare i percorsi dei materiali per fare in modo che la macchina non abbia dispersioni di tempo per quanto riguarda il carico dei materiali dal piazzale al magazzino automatico”. E poi, ci sono altre necessità: una sede propria per la nuova verniciatura dei profili, attualmente situata in una location temporanea, e una collocazione a sé stante della crescente produzione dei serramenti in alluminio e delle facciate continue.
“In sostanza, – precisa Biondi – stiamo iniziando a investire in un nuovo stabilimento, su un terreno vicino già acquisito lo scorso anno. Andremo così a raddoppiare la superficie operativa”.
Ampliamento produttivo
Oggi Isolcasa sforna infissi declinati in quattro gamme: PVC, PVC/alluminio, Ecodesign (PVC riciclato al 100%) e alluminio, in metallo altamente riciclato. Su tutti questi prodotti l’azienda vanta, oltre a quella dei sistemisti, la propria certificazione delle prestazioni di “aria acqua e vento, termica e acustica”.
Partner per il PVC è Salamander, per l’alluminio è Domal. Tre le linee di produzione per i serramenti in PVC, dotate di quattro saldatrici GrafSinergy. “Credo che siamo stati tra i primissimi ad adottare queste saldatrici che hanno cambiato il mercato del PVC” precisa il direttore generale di Isolcasa che aggiunge: ”Abbiamo una linea di produzione per i serramenti in alluminio ma non basta. È abbastanza ‘affogata’ tra persiane e finestre. Dobbiamo fare almeno due turni per stare dietro agli ordini”.
Transizione di mercato
Attualmente la produzione di Isolcasa è assorbita al 60% dalle rivendite di porte e finestre gestite attraverso una rete di agenti. Il 10% è venduto direttamente dai tre negozi aziendali di Rimini, Cattolica e Pesaro. Il rimanente 30% è diretto verso la cantieristica che “viene gestita in collaborazione diretta con i nostri rivenditori”. La parte del leone è rappresentata dai serramenti in PVC e da persiane in alluminio cui si sono aggiunti da un paio d’anni anche gli infissi in alluminio. “Oggi solo con gli infissi in PVC non riesci a soddisfare tutte le esigenze del mercato residenziale. Ti servono anche le persiane e i portoncini in alluminio”. Ma c’è di più. Il piano dell’azienda è espandere ulteriormente la linea dell’alluminio. “Ci siamo resi conto – svela Biondi – che in Italia esiste una quantità enorme di piccoli edifici rivestiti da vecchie facciate continue da rifare completamente. Sia chiaro: non vogliamo entrare in competizione con i grandi facciatisti. Anzi, le piccole facciate li non attirano per niente”. I primi lavori in merito sono già arrivati. “Abbiamo già preso un bel lavoro a Milano per due milioni e mezzo di euro e altri cantieri stanno maturando”.
Nuove finiture in arrivo
Tra le espansioni produttive programmate è la linea di verniciatura dei profili in PVC. Il sistema adottato da qualche mese è quello della verniciatura all’acqua Rennerplast. Il collaudo è stato effettuato a fine giugno. Biondi: “Dopo le ferie partiamo con la produzione nella nuova location. Noi contiamo di arrivare al massimo di copertura e con una estensione delle garanzie, Intendiamoci, i rivestimenti che offrono i profili Salamander è ottimo. Tuttavia, noi volevamo qualcosa di più come la copertura totale del profilo e un touch, una sensazione al tatto, diverso”.
Il mercato
Finiti gli anni del Superbonus, dello sconto in fattura e del bonus barriere 75%, ora il mercato è tornato praticamente ad essere quello di una volta. Per di più il Bonus Casa è stato decimato e non ci sono accenni di proroga dell’Ecobonus che per 17 anni ha sostenuto l’edilizia e la serramentistica. “Le rivendite che in passato hanno puntato fortemente sui bonus e sullo sconto in fattura più che su stessi oggi si trovano in maggior difficoltà. Certamente il venir meno di certe agevolazioni farà perdere una certa parte di clienti a tutti i produttori e i rivenditori. E’ normale. Tuttavia, ci sembra che ciò non dovrebbe essere un problema per chi ha sempre puntato più sulla propria professionalità che su altro. Ad esempio, constato ancora oggi che la maggior parte dei problemi dei nuovi infissi è una non corretta posa in opera. E qui occorrerà lavorare assieme ai rivenditori per migliorare le competenze dei posatori. A volte i problemi possono sorgere anche al nostro interno come è successo talvolta negli anni del Covid e del Superbonus quando eravamo sommersi di richieste. L’importante è collaborare strettamente con i rivenditori quando sorgono i problemi”.
La transizione in edilizia
Finora il mercato dell’azienda è stato sostanzialmente quello del privato nell’edilizia residenziale. Ora con le piccole facciate e i serramenti in alluminio si sta orientando anche sul segmento privato dell’edilizia residenziale. E magari anche sui lavori pubblici, come i lavori PNRR. “Ad ogni evenienza siamo pronti ad affrontare il mercato dei lavori pubblici, pure quelli del PNRR. Al momento non li andiamo a cercare, ma siamo sempre pronti a farlo avendo già approntato tutte le documentazioni richieste, a cominciare da quelle dei nostri test sui serramenti”. Utile al riguardo sarà anche la certificazione EPD che sta approntando l’ing. Sergio Botta e che uscirà a breve.
“Crediamo molto nella sostenibilità che peraltro fa parte della nostra sensibilità. C’è un mercato che sta crescendo su questo aspetto e gli dobbiamo fornire risposte”. Certamente, considera Biondi, il mercato dell’edilizia oggi non è più quello di una volta. Non vedo più gli edili e gli artigiani di un tempo. Il che ci costringe a supplire, a fare tavolta noi da direzione dei lavori, e a controllare il lavoro degli altri operatori che inseriscono negli spazì di chi fa le finestre. Non ci sono più le imprese di una volta”.
Transizione verso l’estero
L’export per Isolcasa non è fatto nuovo. Risalgono agli anni Novanta del secolo scorso esperienze intense di lavori all’estero: Francia, Germania, Spagna e Malta. Poi, il mercato interno ha preso forza e le energie aziendali si sono riversate sul settore delle rivendite di porte e finestre. Ora, il possibile/probabile calo del mercato interno spinge l’opzione estero. “Abbiamo nuovi mercati da esplorare. Li stiamo studiando attentamente. A questo riguardo sarà utile l’esperienza di CaseItaly Expo a febbraio a Bergamo che ci infonde speranze. Dobbiamo puntare sull’estero in maniera organica e non sporadica. Abbiamo le forze e le capacità che questi mercati richiedono”. Ad aiutare la nostra operazione export contribuirà non poco quanto fatto in Anfit – Biondi è membro del Direttivo dell’associazione dal 2017 – in termini di tracciabilità delle produzioni e di etichettatura energetica degli infissi che assumono un bel valore rassicurante per chi acquista.
La transizione più significativa
Come abbiamo visto, passo dopo passo, l’azienda riminese si rivela un vero e proprio laboratorio di transizioni: verso nuove produzioni, verso nuovi mercati, interni ed esteri, verso la sostenibilità. La transizione più difficile per le aziende è sempre quella generazionale. Nel caso di Isolcasa il passaggio generazionale sta avvenendo da tempo. “Sta a noi tre soci fondatori mettere in grado le nuove generazioni di gestire una struttura funzionante e funzionale per portare avanti e gestire al meglio l’azienda”. Il caso a volte aiuta. I tre soci, Quinto Biondi, Claudio Galli e Stefano Giorgi, hanno ognuno due figli e sono tutti operativi in azienda. “Ognuno ha il suo ruolo. Noi stiamo passando il testimone. Ora tocca a loro” sigla Biondi in chiusura.
Ennio Braicovich